A che Putin siamo? Cronaca semiseria di una guerra che non doveva mai iniziare
Ogni volta che apriamo un giornale la domanda torna: a che Putin siamo oggi? Perché, diciamocelo, in questo conflitto la figura del presidente russo è diventata un termometro emotivo dell’Occidente più che un argomento geopolitico. Scusate l’ironia, non è per banalizzare la tragedia, ma per smontare la macchina narrativa che ci impedisce di vedere le cose da più di un solo punto di vista. Il Putin colpevole a prescindere Nella narrazione dominante, tutto ciò che accade in Europa orientale ha un protagonista unico: Putin. È quasi confortante, in fondo: un solo cattivo, un solo colpevole, una trama semplice. Peccato che la geopolitica reale sia un po’ più complessa del Truman Show mediatico, e che la domanda che ho sempre posto nei miei articoli, che trova la sintesi nello hashtag #perchéilconflittoèNATO non è un vezzo polemico, ma uno dei nodi fondamentali della crisi. L’idea che la sicurezza europea si costruisca ammucchiando basi, missili e “esercitazioni” sotto la...