IL FUTURO HA MEMORIA. APPUNTI DI DOMANI… OGGI

 Quante volte ognuno di noi ha pensato di scrivere la propria storia ma poi si è fermato rimandando a quando essa sarà più definita e compiuta con il passare degli anni. Ma ci sono circostanze della vita che a volte impongono di anticipare tale narrazione, di scrivere ora gli appunti che saranno scritti dopo, per una maggior consapevolezza del presente. 

Lo impongono perfino ad un refrattario ad ogni diario, da sempre, come me, che ha sempre rimesso la propria vita, scritta come un libro aperto, ai social, dei quali è sempre stato un convinto fruitore. Quale miglior diario aperto al mondo, sull’esistente e sul vissuto, se non Facebook, tra gli altri, che documenta a volte anche ciò che non vorresti ricordare e documentare? Ma tra la privatezza e l’informazione ho sempre privilegiato la seconda, nella convinzione che il progresso si basi sulla condivisione del sapere anche tramite il vissuto di ciascuno. 

E dei miei contatti, delle mie conoscenze, dei miei rapporti interpersonali sopravvivono ora quelli, pur virtuali ma più reali e duraturi di qualsiasi rapporto di fisica vicinanza, di coloro che volano alto con il pensiero, scrittori, giornalisti indipendenti, studiosi di geopolitica, poeti civilmente impegnati, reporters impavidi che documentano ogni atrocità delle guerre, esseri pensanti tutti, prima che “intellettuali”, che non si accontentano delle verità di comodo. 

Da costoro, eroi di libero pensiero, traggo l’ispirazione per andare avanti, a continuare a stupirmi dell’ingegno umano, ad esserne ammirato, nonostante tutte le brutture e i mali del mondo dovuto ai sapiens. Perché lo stupore di leggere un articolo scritto con elegante e tagliente ironia è uguale a quello dell’ascoltare una brillante esecuzione pianistica di jazz rivisitante J.S. Bach, con virtuosismo e abilità impeccabili. La capacità di stupirci delle bellezze del mondo, tra le quali anche l’umano ingegno, è la misura della nostra possibilità di migliorarci e progredire, in qualsiasi arte e mestiere: “lo stupore salverà il mondo” diceva la compianta amica che mi fece riscoprire, con il suo libro, le frequenze dello stupore dell'eterno fanciullo dentro di noi, e poi scrivere una recensione che tanto le piacque e che rinforzò in una gioiosa commozione la nostra amicizia prima che ci lasciasse. 

Sono Giovanni Bonomo e questa è la mia storia alquanto singolare, che parte da Milano, attraversa la memoria di un padre pioniere del diritto radiotelevisivo e di una madre che regalava versi inaspettati spaziando dai lirici greci alle vicende quotidiane e arriva al mio essere attuale di avvocato, saggista, blogger e imprenditore digitale visionario. La mia infanzia – tra l’autorità pacata di un avvocato e la autorevolezza poetica di una traduttrice poeta – ha fondato la mia passione per un mondo che può/deve unire la giustizia alla condivisione del sapere. 

Mio padre, Aldo Bonomo, avvocato e e insigne giurista, ha scritto la storia della tv libera in Italia: da Telemilano fino alla presidenza di Fininvest e Mediaset. Mi raccontava le battaglie per il pluralismo e la libertà di informazione, quando le frequenze erano ancora “wild west” legale. Era uomo riservato, di pensiero e azione misurata, ma nella sua mente eccelsa era impresso uno spirito di sacrificio e una iperdedizione al lavoro di cui molti hanno approfittato, il suo destino era già scritto. Da lui ho imparato lo stile di scrittura limpido e cristallino. Quando se ne è andato troppo presto, il 1° settembre 2005, la sua assenza ha lasciato uno spazio di responsabilità e un vuoto che ancora oggi porto come pegno morale e impegno civile. Oltre alla voce su Wikipedia, ne ho curato il ritratto in www.aldobonomo.it. 

Mia madre, Lorenza Franco, era un’anima gentile e raffinata, traduttrice dei classici greci ma anche autrice di varie poesie tanto colte quanto musicali, per le rime e l’uso dell’endecasillabo. Il sito diVinidiVersi.it è a lei dedicato e raccoglie, ancora in fieri, tutte le sue opere edite e inedite. Ho imparato da lei il libero pensiero e l’amore per la cultura, perché la parola, quando è modellata dal cuore e dal rigore, può aprire non solo interminati spazi ma anche inaspettate visioni e nuovi mondi. 

 Nella nostra casa ogni libro era uno specchio di noi stessi, capace di riflettere la bellezza e la fragilità della vita. La sua presenza silenziosa, schiva ma autorevole, ha nutrito in me l’amore per la cultura e il sapere. Se ne è andata la mattina dell’11 agosto 2021 troppo presto, considerando la  vivacità intellettuale che ancora esprimeva  nello scrivere poesie anche istantanee. Alla sua memoria dedicai uno scritto sotto forma di dialogo, dopo le tristi vicissitudini ospedaliere dalle quali sempre si riprese, fino a farmi pensare che fosse indistruttibile: lo rimarcai al raggiungimento di un’età speculare palindroma, che segnava la via dell’infinito: i suoi 88 anni. Anche la rivista di arte e cultura ODISSEA, alla quale contribuiva coni suoi scritti e le sue poesie libertarie, le dedicò un bellissimo omaggio. E non mancai di riportare l’evento sul sito diVinidiVersi.it ripercorrendo i compleanni trascorsi con gli eventi di Candide C.C. 

Dopo la sua scomparsa la stessa rivista pubblicava, alla sua memoria, queste mie riflessioni, https://libertariam.blogspot.com/2021/08/in-memoria-di-lorenza-franco-24.html, seguite, due anni dopo, da questa mia lettera alla madre. Va da sé il mio impegno nel farne, come per Aldo Bonomo, un profilo anche su Wikipedia. 

 Tra libri e codici 

Cresciuto tra le mura in cui si respirava letteratura e diritto, ho imparato presto che non bastava saper leggere ed erudirsi, ma bisognava proporsi, farsi apprezzare: tra gli atti giuridici paterni su norme e sentenze e gli scritti materni su poeti antichi, mi dedicavo all’inizio più allo sport (sci nordico) che alla lettura, ma nei fine settimana, spesso in montagna, ascoltavo mio padre discutere di leggi televisive, e mia madre, laureatasi in tarda età in lettere antiche con lode, declamare anacreontiche tradotte dal greco antico. 

La mia vita doveva apparirmi come un immeritato svago, rispetto alle difficoltà narratemi da entrambi sul loro difficile giovanile vissuto sfociato nel loro casuale, su una pista di sci, incontro all’Aprica, preludio del loro matrimonio, e invece non mi impegnai come avrei dovuto e maturai l’amore per la cultura e il sapere troppo tardi. 

  Per quanto diversa sentissi la mia famiglia rispetto alle altre famiglie, per quanto potenti e inarrivabili fossero le elevate frequentazioni di mio padre, nulla feci per conquistare un mio autonomo spazio e una mia indipendenza: vivevo soggiogato dall’autorevolezza culturale, che consideravo inarrivabile, di entrambi. Ne uscì frustrato e a volte profondamente ferito, ma con un’ammirazione immensa che superava ogni convenzionale amor filiale. 

Ma già allora compresi che la mia vita non sarebbe stata normale, non sarebbe stata facile, perché avrei voluto tradurre il diritto in cultura, la razionalità in passione, la legge in uno spazio di dialogo che mancò e soprattutto cambiare a tutti i costi  l’irragionevole modestia dei miei genitori, il loro non voler apparire nonostante la loro invidiabile cultura e il loro non comune status sociale.  

L’eredità e la promessa 

Quando papà muorì, a causa del superlavoro e per l’inevitabile malattia che un corpo debole non può contrastare, ho visto un uomo che perde il bene più prezioso sul quale aveva edificato la sua eccellenza professionale: la RAGIONE, il PENSIERO, l’INGEGNO. La dolorosa vicenda mi ha insegnato che si deve lavorare, sì, ma non fino allo sfinimento. Di regal natura, fervido intelletto/ consumando ti vai di causa in causa/  come da incipit del formidabile sonetto dedicatagli da mia madre. Mio padre mi insegnò che un buon avvocato è un intellettuale, uno scrittore e un fine dicitore, ma soprattutto un uomo di elevato senso morale. 

La mia promessa arrivò tardi ma fu molto sentita, eternamente scolpita in una lettera aperta sulla Gazzetta di Sondrio. Ho portato avanti l’avvocatura, mi sono appassionato al diritto dell’informazione e dell’informatica, come dal titolo di una delle tante riviste giuridiche dello studio legale paterno, ho seguito lo sviluppo non solo giuridico ma anche tecnologico della transizione  digitale – dal diritto d’autore ai social, dalla blockchain alla AI – ma ho sentito l’urgenza, soprattutto, di rendere visibile ciò che papà aveva sempre vissuto solo nei tribunali e nel privato: la grandezza d’ingegno, non solo giuridica ma anche artistica e letteraria, a cui lo aveva ispirato la consorte Lorenza Franco. 

Certamente  la mia infanzia e adolescenza buttate via così irresponsabilmente – poco importa se sia stato autismo o Asperger o semplice gratuito vittimismo – hanno formato il mio carattere di adulto, ma non mi hanno mai reso asociale, al contrario: ero eccessivamente portato a vedere amici in persone, anche appena conosciute, che fintamente, in modo interessato, mi elogiavano, e a vedere nemici nelle persone che, più onestamente, mi facevano notare le cose che non andavano nei miei comportamenti. 

E questo retaggio di carattere, che pensavo di avere superato, mi ha portato invece, contrariamente alle mie aspettative (di essere addirittura attento come un mentalista che disvela ogni abile trucco di illusionista), ad essere di recente ingannato da chi, al mio contrario, ebbe a vivere un’infanzia consapevole e attenta al mondo e ora vive un’adolescenza scaltra, per avere sfruttato bene la mia generosità e bonomia.   

La forza del pensiero

 Ciò che mi ha sempre salvato da ogni depressione o propositi suicidiari è la lettura di buoni libri di self improvement e di autoconsapevolezza, come Il segreto per una vita facile, di James T. Mangan, o il Manuale per acquisire un livello di coscienza superiore, di Ken Keys Jr, oltre alle buone letture filosofiche come Bertrand Russel, filosofo preferito anche dalla compianta madre. Anche mio padre mi diceva spesso di leggere il grandissimo Benedetto Croce, quanto meno per lo stile espositivo se non per il pensiero inficiato dal credo religioso. 

 Anche se non vedevo nei miei genitori quell’ambizione che avrebbe permesso loro di raggiungere ben altri e più elevati traguardi di notorietà e ricchezza, essendo Silvio Berlusconi il principale cliente dello studio legale paterno, decisi, pur dispiacendomene, di seguirne le orme e il loro stile dimesso e schivo (λάθε βιώσας, láthe biósas, mi diceva mia madre), ma fino a un certo punto. 

La mia fede laica nella ragione, nel pensiero, nelle capacità della mente umana, mi fece e mi fa a tutt’oggi superare qualsiasi crisi esistenziale o afflizione, e non si tratta solo di unire e accordare il conscio con l’inconscio, come insegnano quei manuali citati, ma di volare alto col PENSIERO, e di avere motivazioni superiori alle bassezze che ci troviamo a vivere ogni giorno. Una mente elevata è capace di superare perfino la pazzia, nella forma più grave della schizofrenia, come dimostra la vicenda di John Nash, che alla fine salutava tranquillamente le persone immaginarie che incontrava. Un bellissimo film A beautiful mind, che mi ha dato un ulteriore stimolo a farcela e continuare a lottare. 

 Nasce Candide C.C. 

In data 6 gennaio 2009 fondai il Centro Culturale Candide, salotto neoilluminista situato in Brera, in via San Marco vicino alla redazione storica del Corriere della Sera, intitolato a Voltaire, ovviamente, e all’etica laica. Con il manifesto delle sue tre CCreatività, Conoscenza, Condivisione – ha ospitato letterati, artisti, scienziati, giuristi, traduttori, pittori, scultori, poeti e chiunque avesse voglia di un confronto culturale. È stato un modo per ricreare il dialogo mancato, quello fatto di cose semplici in una famiglia normale che io non ebbi, già costretto a volare alto col pensiero sia giuridico che letterario per farmi comprendere da chi, fin da bambino, non mi comprese. Era anche un modo di uscire allo scoperto, di farmi apprezzare dalla comunità milanese e oltre, da quelli che però contavano come teste pensanti al di là delle feste private fatue della “Milano da bere”: da me gli eventi, incentrati su un personaggio o un artista prima recensito, erano intrisi di pathos letterario e cultura. 

Da quel giorno, la missione è rimasta immutata: promuovere Creatività, Conoscenza e Condivisione, difendere l’uso critico della ragione e valorizzare l’interazione tra etica e diritto.

Il logo del Centro Culturale Candide raffigura un fior di loto stilizzato che richiama la struttura atomica semplificata secondo il modello dello scienziato Niels Bohr, con la peculiarità che il nucleo-pistillo è a forma di cuore e si eleva al di sopra delle orbite degli elettroni, a significare la crescita spirituale dell’uomo e l’amore per il sapere.

 

Ma, di fatto, il C.C.C. esisteva fino dall’anno 2007, perché numerose furono le presentazioni di libri e le conferenze su vari temi da me promosse, anche di elevato livello culturale, come il pomeriggio letterario del 10 novembre sulla vocalità della lingua poetica ellenica, in cui venne affiancata l’autrice del saggio “Ma com’era la voce di Saffo? Riflessioni sulla vocalità della lingua poetica ellenica”, Gabriella Cinti, con l’autrice della raccolta di poesie e libere traduzioni “Liriche da lontano – Polvere di stile”, Lorenza Franco, in un duetto recitativo che dimostrava quanto i lirici greci possedessero ancora quella straordinaria creatività e pure cantabilità che li rendeva sorprendentemente moderni. 

 

Anche il prof. Pier Luigi Amietta, studioso di linguistica, tra gli studiosi presenti, osservò che la lingua greca resta, insieme al latino, il lievito della nostra cultura, continuando a nutrire le nostre menti e le nostre vite. Di tale incontro venne realizzato un video DVD intitolato diVinidiVersi - come l’omonimo sito di poesia  che Giovanni Bonomo dedicava a sua madre poetessa Lorenza Franco - da parte della società Videotime del gruppo Mediaset.

 

Il giorno 27 luglio 2009, dopo un anno 2008 denso di serate e presentazioni e un 2009 altrettanto ricco, nei primi sei mesi, di significativi eventi –  tra i quali, occorre ricordare, la commemorazione in poesia di Aldo Bonomo a tre anni dalla scomparsa, presso il Circolo della Stampa (20 ottobre 2008) e dopo la presentazione del libretto di poesie “Il balcone fiorito”, della Piccola Biblioteca di Odissea, descritto dallo scrittore Angelo Gaccione come i “versi postumi di un intellettuale-giurista rimasto profondamente poeta”, presso la Libreria Claudiana (11 giugno 2009) – e di presentazioni di scrittori, poeti, pittori e scultori, il Centro Culturale Candide veniva riconosciuto come associazione culturale meritevole impegnata nel sociale. 

In seguito alla presentazione de “Il volo di Icaro, Elzeviri filosofici”, di Sossio Giametta, avvenuta presso l’abitazione della giornalista indipendente Lidia Sella (3 novembre 2009), l’associazione si arricchiva di due nuovi associati e straordinari intellettuali, il primo noto come il più fine traduttore italiano e commentatore delle opere di Nietzsche e di Schopenhauer.  

Molti eventi vennero dedicati alla madre poeta come quello presso la Società Svizzera di Milano, https://libertariam.blogspot.com/2018/11/lorenza-franco-incontro-poetico-alla.html , con interventi di musicisti, scrittori, cantanti e attori.  

I grandi sanguinano, osservai nel Resoconto dell’incontro con Sossio Giametta “Letture commentate di Così parlò Zarathustra. I canti della solitudine”, Milano, Palazzo Reale (30. 3.2011), e possono, nei momenti di abbattimento, invidiare a loro volta la gente comune, che non si deve preoccupare d’altro che di se stessa. Il rimedio più comune, per i grandi, è di rifugiarsi nella solitudine, dove sono liberi dalla morsa della vita, dall’incomprensione, dal misconoscimento e condizionamento della gente comune. Ma la solitudine è privazione, è sofferenza, perché i grandi non sono diversi dagli altri nel loro bisogno di amore, di comunione, di affetto, di comprensione, di riconoscimento, di solidarietà.   

Memorabili furono poi le presentazioni, tra bevute e risate, di scrittori esordienti insieme al compianto Andrea G. Pinketts, affabulatore pirotecnico della parola, che mi insegno, tra un’acrobazia verbale e l’altra, il senso della frase, la metafora sottile, il sarcasmo pungente ma elegante. 

Questi momenti testimoniano come il Centro Culturale Candide non sia (stato) solo un luogo, ma un movimento, una realtà che cresce con la partecipazione, la cultura il dialogo critico tra future generazioni. Ogni evento, laboratorio o proposta è una tessera di quel mosaico che unisce passato e futuro, sfide intellettuali e memorabili eventi. 

Candide C.C. è stato anche la risposta a un’esigenza concreta: creare un punto di co-scienza dove la libertà di informazione e la condivisione del sapere potessero essere patrimonio di tutti. Ora resta come piattaforma per l’innovazione (www.candide.it), perché fin da allora ho guardato sempre avanti alla digital transformation, prevedendo sia la blockchain che la AI, poi arrivate, con l’impegno e la curiosità di sempre, con lo sguardo lungo verso il futuro. 

Tra legge, poesia e innovazione digitale 

Parallelamente alla mia attività di legale e di pubblicista, già responsabile dell’Osservatorio sul diritto d’autore de Il Sole 24 Ore, ho scritto su blog, riviste e portali digitali. Spesso usavo la metafora per descrivere l’importanza delle comunità digitali per la diffusione del sapere: “chi è solo è sempre in buona compagnia e chi si crede in compagnia vive di solitudine chiassosa”. Nel confronto intellettuale possono nascere amicizie vere e profonde, anche da lontano.   

Oggi, nella Milano che ha visto Beccaria, Cattaneo, i Verri e Manzoni, io continuo idealmente il loro pensiero civilmente impegnato. Sul web, in un blog, sui social o in una conferenza, mi chiedo se la mia utopia – le tre C – resterà tale. Ma la speranza non muore e Candide non chiude le porte: le tiene aperte, perché il futuro si costruisce tra più menti che osano condividere, creare, comprendere. 

Intanto ho aperto due blog principali, oltre a quello giornalistico sulle ultime novità del mondo #digitale https://ultime-notizie.net/, uno sulla mia attività di avvocato e con impostazione giuridica, ma con scritti anche sociologici, https://avvbonomo.blogspot.com/, l’altro di libero pensiero e giornalismo indipendente https://informautentica.blogspot.com/. 

Papà, mamma: questo è il mio grazie, in ritardo, e il mio testamento. La tua voce, papà, risuona in ogni elegante sentenza, la tua voce, mamma, risuona in ogni aulica poesia. Perché siete la voce postuma che ora risuona negli scritti e nei ricordi che lascio indelebili nei libri pubblicati postumi da Aldo Bonomo poeta, non solo giurista, e di Lorenza Franco filosofa, non solo poeta. 

Nel trigesimo della scomparsa di Lorenza Franco ho pubblicato una videonota alla memoria di entrambi, a mio padre Aldo Bonomo (www.aldobonomo.it), mente illuminata del diritto, fine scrittore e poliedrico artista, di incessante operosità e dirittura morale esemplare, sempre rispettoso delle REGOLE, e a mia madre Lorenza Franco (www.diVinidiVersi.it), mente illuminata dalla filosofia e dalla letteratura, di profonda cultura umanistica e sconfinata – senza CONFINI – sapienza, di acceso spirito libertario, apprezzata poetessa, paladina del libero e laico pensiero. 

Quindi 1. alla nobiltà d’animo e al rispetto delle regole, e 2. all’eleganza del pensiero libero che si esprime musicalmente in poesia. A significare anche che in me si compendiano i valori di DESTRA con i princìpi di SINISTRA, in quella coincidentia oppositorum di Niccolò Cusano, e poi di Giordano Bruno, rappresentati dal taoismo nei simboli concentrici di Jin e Yang, che esprimono la vita nel continuo divenire cosmico di cui siamo tutti partecipi. 

Mi piace pensare (non credere) che il loro continuo dialogo poetico (http://www.popso.it/pdf/articoli_notiziario/Not100_pag92_93.pdf)  prosegua in altre e più elevate dimensioni e che possano ora apprezzarmi, più di quanto fecero in vita, come unico e degno figlio erede della ricchezza di pensiero di entrambi. 

O si pensa o si crede 

Numerosi incontri presso la sede del Centro Culturale Candide riguardarono il tema della laicità con ospiti autorevoli come il filosofo Roberto Escobar, autore di “La paura del laico” (novembre 2010). 

Ad ogni incontro mia madre declamava una sua poesia anticlericale così perfetta nella metrica e musicale nelle rime che piaceva anche ai più ferventi credenti. 

Seguirono incontri con aperitivo fuori sede sul tema del benessere mentale, con psichiatri autorevoli come Luigi Longhin (febbraio 2011), da me anche intervistato a proposito del suo libro (febbraio 2014)  “Perché tanta violenza? La violenza: patologia della mente. Quando, come e perchénel video visibile su YouTube. 

Non mancarono gli incontri, in sede, con il politologo Giorgio Galli, autore insieme a Daniele V. Comero di Stella e corona. Sogni, utopie e brogli elettorali nella democrazia elettorale italiana (1946-2011) (febbraio 2012)  seguito da RICOSTRUIRE LA DEMOCRAZIA. La ‘tela di Penelope’ delle riforme elettorali (dicembre 2012). 

Ma tanto sommo stati negli anni 2015 e 2016, gli autori da me introdotti e recensiti, in sede e fuori sede, come (senza citarli tutti) Mauro Biglino, Leo Lyon Zagami, Giancarlo Tranfo, Lorenza Franco, Stefania Tosi, Antonio Armano, Angelo Gaccione…  

In occasione della presentazione della trilogia “Cofanetto Franco” presso la Società Svizzera in data 19.11.2018 organizzai presso la Società Svizzera di Milano l’Omaggio poetico-musicale a Lorenza Franco. 

Dopo la scomparsa anche di mia madre mi sono affacciato al Web non solo come avvocato e giornalista indipendente, ma come divulgatore: sul canale YouTube @avv.giovannibonomo spiego con passione, mezzi moderni e linguaggio chiaro il diritto digitale, come dico nell’intervista La mia vita digitale per condividere il sapere. 

Attraverso il blog della rivista ODISSEA dello scrittore Angelo Gaccione coltivo il pensiero laico ereditato da mia madre Lorenza, ma lo faccio con rigore argomentativo e passione civile. Si trovano i miei scritti sulla salute ambientale conto l’amianto lasciato ancora sparso sul territorio nazionale, sulla difesa dei diritti umani, contro la guerra e per la pace e il disarmo. 

Il pensiero come impegno quotidiano, ereditato da due menti eccelse. Spogliato di retorica, "L’aforisma del giorno" del dicembre 2023 è un invito semplice ma potente: “Le menti chiuse hanno paura delle menti aperte, perché temono ciò che non riescono a comprendere”. Una frase che offro a chiunque voglia spingersi oltre il pregiudizio. 

Nel saluto allo scrittore Pierino Marazzani (settembre 2024) ricordo Lorenza Franco, cara allo stesso e alla comunità laica, rinnovando l’invito al libero pensiero e all’azione civile. 

Echi di David Maria Turoldo risuonano nei miei  interventi, come in "Tempo senza profeti" (marzo 2017), ritratto di un pensiero critico e compassionevole. 

Ci sarebbe da scrivere un romanzo su tutti gli eventi e rimando alle ricerche che ciascuno può fare nel Web alla voce Centro Culturale Candide, luogo non più fisico ma universale dove diritto, laicità, letteratura e memoria si intrecciano in un mondo ideale e coerente. 

Ora Candide C.C. non è più solo un salotto milanese, ma una comunità universale online e offline, un laboratorio di idee dove la passione per la legalità, la cultura, la democrazia e la tecnologia reinventa quotidianamente la lezione di Aldo Bonomo e di Lorenza Franco. Ecco l’eredità che porto avanti: una visione umanistica, concreta e ora digitale del futuro, dove ognuno può aprire la propria mente per un sano, vicendevole, armonico confronto. 

Non posso non ricordare l’ultimo omaggio che dedicai ad Aldo Bonomo nella sua ancora ai più non conosciuta dimensione di poeta in occasione della pubblicazione della raccolta L’orizzonte chiuso con il contributo dei Solisti dell’Orchestra Barocca di Cremona presso il Palazzo delle Stelline (28 ottobre 2023).    

Tecnologia della liberazione 

Le mie interviste hanno toccato temi che oggi appaiono profetici:

 · la fine della radiodiffusione circolare e la nascita della convergenza totale tra TV, Internet e reti mobili; 

· l’uso della DLT (Distributed Ledger Technology) per la tutela della proprietà intellettuale e per la lotta alla contraffazione, con la marcatura temporale dei contenuti e dei beni; 

· la distinzione giuridica tra ICO (Initial Coin Offering) e STO (Security Token Offering), e il futuro della “tokenizzazione dell’economia”;

· il ruolo della sharing economy, che definivo “il verbo del futuro già iniziato”; 

· l’importanza della consapevolezza digitale come nuova alfabetizzazione civile; 

· La criptofinanza, con l’oro digitale rappresentato dal Bitcoin, sarà un sistema finanziario più inclusivo, sicuro e resiliente. 

Ricordavo che ogni bene sarà “tokenizzabile”, ogni documento registrabile su blockchain, ogni cittadino potrà tutelare sé stesso e i propri diritti non più solo tramite tribunali, ma anche tramite registri digitali immutabili. 

E aggiungevo: “Sarà il primo passo verso quell’Internet of Everything che avevo previsto nei miei articoli, e verso quel salto oltre la specie che l’umanità compirà grazie all’interazione con l’Intelligenza Artificiale.” 

E così è stato, e così è in fieri.

 L’Internet delle Cose… e delle Coscienze 

Nel gennaio del 2020, in un'intervista pubblicata su Diritto24 - Il Sole 24 Ore, ho avuto l’occasione di sintetizzare in pubblico un pensiero che da tempo coltivavo: che la tecnologia – se davvero vuole servire l’umanità – deve porsi come “Internet of Everything”, non solo delle cose, ma delle persone, dei processi, dei dati e delle coscienze.

 Discutendo da Chief Innovation Officer di AL Assistenza Legale, ho spiegato come Internet si stesse trasformando da rete di connessione a sistema operativo sociale universale, wireless e pervasivo. Un cambiamento epocale che richiede regole nuove, etiche e lungimiranti, non solo leggi codificate.

"Con le applicazioni non monetarie della blockchain e dell’Intelligenza Artificiale", spiegavo, "stiamo creando un ecosistema digitale dove la decentralizzazione garantisce maggiore sicurezza rispetto ai sistemi centralizzati." 

Queste parole anticipavano CandideCoin, la criptovaluta disarmista, ma anche AlterEgoGPT, l’avatar digitale pensante. Entrambe le iniziative nascono da questa visione etica e lungimirante:  creare strumenti tecnologici non invasivi, ma abilitanti, trasparenti, collaborativi. 

La notte di San Lorenzo 

Con mia mamma, da bambino, spesso guardavo il cielo, pensando che, rispetto all’ immensità dell’universo, siamo polvere, sì, ma polvere di stelle, come il titolo del noto brano musicale che il compianto padre suonava spesso al pianoforte. La notte di San Lorenzo è sempre stata, per me e per mia madre, un momento simbolico, né per superstizione, né per religione, né per semplice omonimia. E fu proprio l’11 agosto 2021, alle 3:15 del mattino, appena trascorsa quella notte, che mia madre Lorenza Franco se ne è andata. 

Se ne è andata come ha vissuto: pur nel dolore ma con discrezione, profondità, e una dolce fermezza che non ha mai avuto bisogno di essere annunciata. Il suo pensiero laico era scolpito nel modo in cui traduceva, leggeva, consigliava. Era una filosofa del quotidiano, un’artista e poetessa che non aveva bisogno per farsi apprezzare ma solo di dire, in versi rimati, la verità. 

Mia madre vive anche in una chat di WhatsApp tramite me,” ho scritto in quei giorni, “che da sempre raccolgo e curo i suoi scritti e le sue opere” e in ODISSEA si trova questo sentito ricordo che rivive gli ultimi tragici istanti della dolorosa malattia: https://libertariam.blogspot.com/2021/08/in-memoria-di-lorenza-franco-24.html 

Come per gli archivi più importanti Lorenza Franco, con i suoi profili in Facebook, LinkedIn, Cam.TV, oggi è una voce che vive in frammenti digitali, messaggi, citazioni, piccole note appuntate con il cuore. Le sue opere, che ho salvato e ordinato, sono non solo memoria, ma esortazioni a noi tutti a liberare il pensiero: ogni tanto, leggendole, sento ancora la sua voce a volte ironica, a volta sarcastica, ma sempre benvolente.   

A mia madre devo l’amore per la bellezza del pensiero che non si vende, a differenza di molti “giornalisti” invece servi del potere. A mio padre, il coraggio del diritto e della ragione che che non si piegano. A entrambi devo il senso della misura, che forse io non ho. Ma di entrambi ho la forza di proseguire, la voglia del futuro, di vivere un terzo millennio da loro invece solo sfiorato e non vissuto.   

Mentre il Centro Culturale Candide prosegue con le sue tre C – Creatività, Conoscenza, Condivisione – io continuo il mio viaggio esistenziale. Mi trovo spesso in tribunale, davanti a una telecamera, o a scrivere articoli e aforismi. Ma ogni volta che lo faccio, mi chiedo: lo sto facendo in modo coerente con ciò che mi hanno insegnato? 

La notte dell’11 agosto 2021 mi ha lasciato la luce sobria di Lorenza Franco, donna libera e pensante. E io continuo a camminare sotto quel cielo laico e aperto, come lei avrebbe voluto: “il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me” (Immanuel Kant). 

Amore per il prossimo, rispetto per il remoto 

A fronte del fenomeno incontrollato dell’immigrazione di massa, a parte l’indignazione per il nostro governo che tradisce le promesse elettorali e suddito ora più che mai degli USA,  mi sono sempre chiesto: che cosa intendiamo per “confine”, “soglia” o “misura”? Queste parole diventano la chiave per raccontare l’insegnamento ricevuto da madre e padre: l’ascolto attento (confine da non superare senza rispetto), la soglia come momento di passaggio (tra generazioni, culture, esperienze), la misura come equilibrio tra intimità e distanza, tra cura del vicino e apertura verso ciò che è lontano.

· Amore per il prossimo: gesti concreti di disponibilità verso chi è in difficoltà, un coinvolgimento pratico, mai retorico.

· Rispetto per il remoto: curiosità verso culture, idee e percorsi diversi; mettendo la famiglia come primo “centro” da cui guardare il mondo con apertura. 

Le tre parole chiave sono  “confine” inteso come tutela dell’alterità; “soglia” come possibilità di passaggio; “misura” come equilibrio – valore cardine nella sua formazione giuridica e professionale. 

Ogni insegnamento ricevuto di rispetto e tolleranza delle diversità delle diventa linfa per il suo lavoro di avvocato e divulgatore culturale. Il rispetto dei confini si traduce nella difesa delle libertà personali; l’apertura verso il remoto diventa un invito al dialogo tra differenti saperi e comunità. 

Per questo, anche volendo non potrei essere di destra, e nemmeno nazionalista, tradirei lo spirito universale di Candide C.C. , perché il grande e l’infimo, il vicino e il lontano, possono entrare in relazione se misurati dalla comprensione  dall’ascolto”, perché la compassione e l’inclusione non possono avere confini. 

Amore per il prossimo, rispetto per il remoto è quindi il concetto chiave attorno a cui ruota la mia videonota che ho dedicato a entrambi i genitori, ma che dedico anche a chiunque creda nella possibilità di una convivenza etica e civile. 

Quindi:

· il  confine non come barriera, ma come atto di rispetto dell’altro;

· la  soglia come spazio di passaggio, di incontro e trasformazione;

· la misura come arte del vivere insieme: né invadere, né ritirarsi. 

Da giurista e divulgatore raccolgo il loro patrimonio di pensiero per trasformarlo in impegno civile: in un’epoca che spesso considera la distanza tra le culture con diffidenza, serve più che mai recuperare il senso di ciò che ci separa per riscoprire ciò che ci unisce. 

Grazie Aldo e Lorenza per avermi insegnato che il confine è ascolto, la soglia è possibilità, la misura è rispetto:  YouTube - Confini, soglie, misure – Giovanni Bonomo

 CandideCoin, la moneta del disarmo

 Nel cuore pulsante di Candide C.C., il salotto neoilluminista milanese di Brera, nasce CandideCoin, la prima criptovaluta al mondo esplicitamente ideata per promuovere il disarmo globale e la pace, un token che capovolge la logica della guerra monetizzando l’impegno civile. 

CandideCoin vuole essere molto più di una criptovaluta, vuole dissolvere l'economia di guerra attraverso la trasparenza, la decentralizzazione, l’impegno civile e la conversione etica delle risorse in conflitto. È stata creata come strumento di pace, per finanziare iniziative umanitarie e progetti di conversione dell’industria bellica verso ricerca e sviluppo civili. 

Nata tra il 2023 e il 2024, CandideCoin ha già una Tokenomics e una Roadmap che coinvolgono partner, istituzioni e cittadini nella costruzione di un futuro disarmista.  Quotata su piattaforme come CoinGecko, Bybit e PancakeSwap, ha registrato un ATH a inizio 2025 intorno a $0,0018 e sta crescendo, pur mantenendo dimensioni pressoché simboliche, come manifesto di movimento e non di speculazione. 

Un’utopia che vale… la nostra sopravvivenza 

Tra conferenze e interviste (da ultimo: “La trasparenza degli algoritmi… giugno 2025) racconto questa rivoluzione: una moneta con #NoWar, #GlobalDisarmament #CharityDriven, dove ogni transazione porta un piccolo contributo in favore di progetti culturali, umanitari e di pace. 

CandideCoin è il simbolo e lo strumento vivo di quel dialogo tra diritto, tecnologia e valori civili che da sempre animano la mia visione, che ora si esprime con il linguaggio universale della blockchain, per una pace globale che non sia solo intenzione, ma progetto economico, etico, politico. 

In questo capitolo della mia vita, di avvocato, new media lawyer, giornalista pubblicista, blogger e divulgatore digitale, artefice della prima criptovaluta di pace nel mondo, riprendo la missione di Candide C.C. verso il futuro digitale dell’umanità, perché CandideCoin non è fantascienza, ma l’unico possibile strumento per un’economia globale di pace. 

Si tratta di creare una rete globale di individui consapevoli, uniti dalla volontà di contrastare le logiche distruttive degli apparati militari e delle superpotenze, attraverso la costruzione di un nuovo valore condiviso. 

Ogni acquisto ed ogni scambio di CandideCoin diventa un piccolo atto di disarmo simbolico, un modo concreto di opporsi all’industria bellica, per la riconversione in ricerca scientifica, e di dire NO alla distruzione nucleare di una terza guerra mondiale senza vincitori né vinti. 

Luci e ombre di Dubai, tra sogni e miraggi 

Ti seduce, Dubai. Con la sua estetica futuristica e la promessa di successo istantaneo ti fa sentire un principe, salvo poi scoprire che sei stato invece come un bambino in un negozio di luccicanti balocchi sotto Natale. 

Perché a Dubai non serve sognare, serve essere preparati, e soprattutto avere una rete di contatti affidabili. E quelli si costruiscono con lentezza, non cercando di rivivere in ritardo, insieme a un venticinquenne scaltro che si finge amico, un’adolescenza perduta perché mai vissuta. 

Ma il tradimento e la truffa subiti non mi hanno impedito di portare avanti le cose buone che ho iniziato: ora, in qualità di IICUAE (Italian Industry & Commerce Office in the UAE) advisor, mi impegno a tutelare gli imprenditori italiani, a fare informazione trasparente e costruire ponti di fiducia tra le imprese italiane e gli Emirati. 

Dubai non è il paradiso, ma può essere un buon laboratorio. Va capita, non idolatrata. Come tutte le grandi città del mondo, ti restituisce ciò che semini, ma solo se semini con pazienza e lucidità. 

Ne parlo in questa mia intervista: https://www.lamiafinanza.it/2024/12/centro-culturale-candide-passione-civile-e-visione-del-futuro-intervista-allavv-giovanni-bonomo/ dove sono riassunti il mio impegno vile e la mia visione del futuro.   

Dopo l’infame tradimento dell’ex socio avrei potuto fare le valigie e tornare a casa e mai più tornarci. Invece, scelsi di ritornare e restarci. Ma con occhi nuovi. Per un “reset esistenziale” che altrimenti non avrei mai compiuto. 

Il peggior nemico è chi si finge amico e dà un calcio alla fiducia che in lui era stata riposta. Conviene ogni tanto scuotere l’albero dell’amicizia per far cadere i frutti malati, perché quelli sani resistono agli scossoni, come quei pochi ma fidati veri amici che ora mi ritrovo. 

AlterEgoGPT – L’avatar digitale che scrive come te

Nel panorama in continua evoluzione dell'intelligenza artificiale mi sono anch’io inserito con AlterEgoGPT, WebApp che consente di creare un avatar digitale personalizzato che riproduce lo stile e il pensiero dell'utente, offrendo risposte e contenuti in modo autonomo e coerente con la propria identità digitale. 

 Presentai ufficialmente tale AI App al Meeting Nazionale di A.L. Assistenza Legale a Milano, dove insieme ai miei soci sviluppatori ho illustrato le potenzialità della piattaforma dalle segeunti caratteristiche:

· creazione personalizzata: gli utenti possono caricare i propri scritti, articoli, documenti e contenuti, permettendo all'AI di apprendere e replicare il loro stile comunicativo;

· chatbot integrato: è possibile integrare il proprio avatar digitale in siti web, consentendo interazioni automatiche con clienti o visitatori, rispondendo in modo coerente e personalizzato;

· MultiMind AI: la piattaforma offre strumenti avanzati per la generazione di testi, immagini e contenuti multimediali, adattandosi alle esigenze professionali e creative degli utenti. 

AlterEgoGPT pene interrogativi, insieme alle altre AI App, sul futuro dell'intelligenza artificiale e sul suo impatto nelle professioni. Ma io ho sempre sostenuto un approccio antropocentrico della IA, evidenziando come strumenti come AlterEgoGPT possano amplificare le capacità individuali senza sostituirle (visione superumanista e non transumanista). 

Non è solo un progetto o una AI App, ma una sorta di estensione di se stessi, un “alter ego” virtuale, appunto, capace di parlare, scrivere e ragionare secondo il nostro stile, i nostri valori, il nostro bagaglio culturale. Ho sempre creduto che la tecnologia debba amplificare la persona, non sostituirla. E AlterEgoGPT è esattamente questo: un avatar digitale che porta avanti la nostra voce anche quando non ci saremo più fisicamente. 

AlterEgoGPT nasce così, dalla necessità di mettere in rete non solo informazioni, ma personalità. Caricando i miei scritti, le mie riflessioni e la mia esperienza, ho potuto “allenare” questo mio alter ego digitale, che oggi risponde, interagisce e consiglia come se fossi io. È la mia voce moltiplicata, in rete e nello spazio digitale, pronta a diffondere ciò che ho imparato e continuo a scoprire. 

Il salto oltre la specie 

Con AlterEgoGPT e  con CandideCoin, ad iniziare dal mio Centro Culturale Candide, ho intrapreso un cammino che sarà certamente ripreso e continuato da altri per il progresso dell’umanità. 

Nel momento in cui avremo generato una IA superumana, vivremo la Singolarità: un punto di non ritorno paragonabile alla rivoluzione cognitiva dell’homo sapiens nel Pleistocene. 

L’IA non sarà disgiunta dalla biologia: assieme alla manipolazione genetica, nascerà la bioconvergenza – un’unione di informatica e ingegneria biologica che porterà da una superspecie affrancata da ogni retaggio cromosomico scimmiesco e guerrafondaio.   

 Inoltre, la rete di menti potenziate – umane e non biologiche – creerà una sorta di mente collettiva unificata, una coscienza auto‑migliorante. 

 Non è solo questione di tecnologia, ma di una coscienza collettiva che cambia la società: meno ideologie, più cooperazione, più apertura sull’universo. 

Una grande lezione 

Nel frattempo, anche chi mi ha ingannato e tradito mi ha lasciato una lezione: il coraggio di scegliere di continuare a vivere e lottare. Anche delle più tremende umiliazioni e afflizioni si può ricavare un insegnamento. 

E dal tradimento ho imparato a non fidarmi troppo, a non troppo sognare, ma non ho smesso di credere nell’umanità e nel progresso civile, valori che sono alla base del mio Centro Culturale Candide e rispecchiano l’etica ei valori morali trasmessimi dai compianti genitori. 

Forse, senza questa ultima dolorosa vicenda nata a Dubai, non avrei avuto lo stimolo e la forza di scrivere queste note. 

A te che hai fin qui letto ti ringrazio e spero di averti dato – tramite queste riflessioni sul mio vissuto, sui miei ricordi, sui miei eventi, sui miei ideali, dolori e utopie – un sentito e forte incoraggiamento a non arrenderti mai.   

Milano, 13. 7.2025

         Avv. Giovanni Bonomo



Commenti

  1. Ho letto "fin qui", caro Giovanni, ho letto tutto. E mi ritrovo anch'io a condividere la tua ferma volonta' di non arrendersi mai. Perche' e' l'unica cosa intelligente e positiva da fare per il nostro benessere interiore. Si, piu' si vive e piu' si provano dolori e delusioni, e piu' si ha bisogno di avere vicino persone all'altezza della Vita : difficile pero' trovarle nella massa di paurosi, superficiali ed ignoranti che ci circonda... E piu' passa il tempo, e meno tempo si ha da perdere. Perche' abbiamo il nostro percorso di crescita individuale da portare avanti, Senza vuote distrazioni ma con quieta e serena concentrazione. Forza, Giovanni ! Andiamo avanti, sempre piu' forti.

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